Condivisione

Cara Giuditta,

voglio condividere con te il mio percorso verso l’educazione empatica.

Tutto è iniziato osservando  una mamma che non conoscevo e che mi ha fatto vedere come avrei voluto essere io come mamma.

Ero in un grande aeroporto, ero incinta del mio bambino da pochi mesi, aspettavo il mio compagno che stava imbarcando le valige. C’era una mamma insieme ai suoi due bambini, avranno avuto 4/6 anni circa, viaggiavano in tre. Lei era in coda per imbarcare i bagagli e li guardava con la coda dell’occhio, loro si ricorrevano tra le transenne, giocavano. Quando la mamma ebbe finito, raggiunse i bambini. Io ero seduta su una panchina, guardavo la scena dall’inizio, ho pensato che li avrebbe rimproverarti. Invece fece qualcosa che mi aprì un mondo.

La mamma si avvicinò ai due fratellini, si inginocchiò e li prese per mano. Parlò per un po’, forse disse che era spaventata di perderli di vista, che comprendeva il loro bisogno di correre e giocare, c’era molta gente, era spaventata che si allontanassero troppo. Si tenevano tutti e tre per mano, erano tutti alla stessa altezza. Poi uno dei due bambini si mise a piangere, la mamma li abbracciò tutti e due finché tornò la calma. Poi si alzarono da terra e se ne andarono.

Rimasi scioccata. Ho passato tutta la mia gravidanza in ansia, in apprensione, con la grossa paura che ci succedesse sempre qualcosa, con un timore immenso di non sapere come sarei stata come madre quando quel bambino che avevo in pancia sarebbe nato.

Io ringrazierò sempre quella donna, che è entrata nella mia vista senza saperlo e senza fare nulla di eclatante, se non comportandosi come mamma attenta e presente con i suoi bambini. Grazie a quella ragazza e ai suoi bambini ho scoperto che c’è un altro modo di educare, di crescere insieme, molto lontano da come sono stata tirata su io. Grazie a quella donna è iniziato il mio percorso di studio, di presa di coscienza, per diventare una mamma come volevo essere io veramente, come lo sentivo nel mio profondo.

Grazie a quella mamma nella mia vita ho incontrato Giuditta e grazie a lei ho conosciuto l’educazione empatica. Se nel mio percorso non ci fossero state queste stelle ad illuminare la mia vita di mamma, sarei stata molto più in ansia, molto più arrabbiata, molto più affaticata, perché dedicarsi agli altri, soprattutto quando gli altri sono i nostri figli, è fondamentale e allo stesso tempo è anche difficile e destabilizzante e, soprattutto, non siamo abituati a farlo.

Grazie a questo percorso ho capito meglio molti miei fantasmi, ho capito molte cose che per più di trent’anni mi sono apparse assolutamente incomprensibili. Ritengo che il viaggio sia ancora lungo, pieno di imprevisti e anche di avventure fantastiche, perché adesso ho capito come posso godermelo appieno. Grazie ad ogni mamma che ho incontrato, ognuna di voi mi ha lasciato uno spunto e grazie  a te Giuditta e al percorso che abbiamo fatto insieme.

Elisa

Cara Elisa,

sono onorata di averti conosciuto e aver camminato insieme a te nel tuo percorso di mamma.

Sono contenta che tu abbia potuto sciogliere i ghiacciai di convinzioni limitanti  per aprirti al calore della tua bellezza interiore. Ti dico questo perchè non avresti potuto riconoscere l’amorevolezza di quella mamma all’areroporto con i suoi bambini se non avessi amorevolezza dentro di te.

Sciogliendosi il ghiaccio ha potuto nutrire con la dissetante acqua dell’empatia i tuoi pensieri di pace, di amore e di cura per te stessa e per tutta la tua meravigliosa famiglia.

Certo nessuno di noi può considerarsi mai arrivato nel viaggio verso l’empatia, ma grazie alla tua testimonianza qualche altra mamma potrebbe sentirsi meno sola e insieme possiamo fare molto, per un mondo migliore pieno di persone amorevoli come te.

Giuditta