E’ pericoloso aspettarsi che la felicità venga dall’esterno

E’ davvero pericoloso aspettarsi che la felicità venga dall’esterno perché perdiamo sicurezza in noi stessi.

Piuttosto che essere influenzati da cosa pensano, dicono o fanno gli altri, influenziamo noi la vita con pensieri, parole e azioni.

Tutti abbiamo la possibilità di scegliere i nostri pensieri. Evitiamo quelli giudicanti:“Io non sono capace di..” “Lui non doveva farmi questo…” ecc. Coltiviamo invece le potenzialità e i talenti.

Cerchiamo di non pensare male di nessuno. Ognuno fa il meglio che sa fare in quel momento, anche se non condividiamo le sue azioni, proviamo a vedere le cose dal suo punto di vista e a comprendere cosa lo ha spinto a comportarsi in un certo modo. Il modo con cui trattiamo i nostri “nemici” parla di noi stessi e delle nostre convizioni su cosa è accettabile o non accettabile per noi.

Cosa succede invece quando ci sentiamo influenzati dalle aspettative degli altri? Ci adeguiamo e finiamo per dire sempre di sì oppure alziamo la voce e ci ribelliamo. In entrambi i casi diventiamo fragili perchè abbiamo perso il contatto con noi stessi. Il più grande potere è rimanere in sé, riuscire a vedere le cose con un po’ di distacco, per prendere decisioni dettate dalla consapevolezza e non dalle reazioni.

Spesso ci ritroviamo a dire: “Se smettesse di comportarsi in questo modo…” e lo diciamo perché ci mettiamo al centro della scena. In sostanza ci aspettiamo che siano gli altri a cambiare i loro comportamenti, in modo che noi possiamo sentirci bene e a nostro agio.

E se invece cambiassimo le nostre reazioni ai loro comportamenti? Cosa accadrebbe?

Fare qualcosa di diverso e non cadere nelle stesse reazioni, fa cambiare inevitabilmente anche i comportamenti degli altri. Invece che restare nella situazione classica del muro contro muro.

Quello che ci impedisce di accogliere l’altro così com’è e ciò che ci blocca nell’accogliere anche noi stessi. Molto spesso sono convinzioni che vengono da molto lontano come: “non mi merito tutto questo” “dovrei comportarmi in un certo modo” oppure “la vita è fatta di sacrifici” oggi si usa dire:“mai una gioia”.  Queste frasi che ci siamo sentiti dire e che contribuiamo ad alimentare in noi stessi, non ci portano sulla strada dell’empatia, ci fanno sentire scoraggiati e in qualche modo incapaci di proseguire nella nostra crescita personale.

Possiamo scegliere i pensieri che ci fanno stare bene. Imparare a parlare a noi stessi con empatia:  Invece di dire “Non mi merito tutto questo” potrei dire a me stessa: “Desidero cose belle nella mia vita”, invece di dire: “Dovrei comportarmi in un altro modo” potrei dirmi:  “Mi comporto rispettando i miei sentimenti e i miei bisogni di questo momento” , invece di: “Mai una gioia” forse è meglio: “Vorrei più gioia nella mia vita”. Cambiare il modo di parlare a noi stessi può fare una grande differenza.

I nostri pensieri sono energia, dove li dirigiamo questi pensieri aumentano, crescono si fanno spazio nella nostra vita e regolano le nostre emozioni. In fondo ci sono sempre più modi per guardare ad uno stesso problema. La scelta sta a noi. Con quale energia vogliamo guardare alle cose che ci accadono?

Possiamo scegliere di essere indipendenti da cosa pensano o dicono o fanno gli altri. Non abbiamo bisogno dell’approvazione di nessuno  e neanche che gli altri facciano qualche cosa per renderci felici, queste sono solo illusioni. Ciò di cui abbiamo bisogno è di integrità, di connessione, di empatia con noi stessi.

Ognuno di noi ha già dentro quello di cui ha bisogno: amore, pace, considerazione, rispetto. Se coltiviamo  in noi queste qualità riusciremo a scorgerne anche negli altri, semplicemente perché è cambiato il nostro focus, da colui che prende, pretende e si sente di non avere abbastanza a colui che da, non pretende nulla e si sente ricco da poter condividere con gli altri questi valori.

Quando vediamo qualcuno in un certo modo riusciamo a scorgere nell’altro solo quell’aspetto. Se vogliamo cambiare le nostre relazioni, iniziamo a cambiare il modo con cui le guardiamo. Se vedo nel partner una persona che si disinteressa alla relazione sarò incline a vedere solo quello che a mio giudizio non va e questo contribuisce ad alimentare proprio quello che non desidero. Se invece mi focalizzo su ciò che va, i miei pensieri cambiano, così i miei sentimenti, le mie azioni e naturalmente anche le risposte che ho dall’altro.

Più creiamo legami di dipendenza e più ci sentiamo vittime delle situazioni. Quanto più ci sentiamo liberi di essere noi stessi, tanto più riusciamo ad esprimere i nostri talenti e a condividerli con gli altri.

Tutto ciò che arriva è un dono e anche quando non ci piace, ci sta insegnando qualcosa. Una mente pulita e  sana sa che ognuno di noi non può essere racchiuso in una visione statica di cosa è o non è  e sa che il suo vero sé è al di là di ciò che succede.

Ognuno di noi contribuisce alla vita con qualcosa che solo lui può dare. E’ tempo di scegliere di vivere con più empatia e felicità.

Giuditta Mastrototaro

2 Risposte a “E’ pericoloso aspettarsi che la felicità venga dall’esterno”

  1. Bello l’articolo che ho appena letto. Volevo fartelo sapere e mandarti i miei saluti.
    Ciao
    Giuliana

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