I bisogni dei bambini: dal latte materno all’ascolto empatico

Noi non veniamo dalle stelle o dai fiori, ma dal latte materno.

Siamo sopravvissuti per l’umana compassione e per le cure di nostra madre.

Questa è la nostra principale natura.

Dalai Lama

 

Se avete desiderato tanto il vostro bambino e il parto è andato bene, una stupenda sensazione di soddisfazione e di gioia vi pervade quando avete tra le braccia il vostro bambino. Lui o lei a contatto con il tuo corpo si sente a casa, protetto, amato al sicuro. Con il passare dei giorni può succedere che arrivino dei dubbi: “Sarà normale che voglia il latte materno così spesso?” “Sto sbagliano in qualche cosa?”

Un bambino che voglia poppare spesso e che desideri un contatto fisico costante E’ NORMALE. I nostri figli sono venuti al mondo per ricevere amore, vicinanza e contatto fisico. I nostri bambini a differenza di altri mammiferi raggiungono le loro autonomie più tardi. Infatti, ad esempio mentre un cavallino nel giro di qualche ora sa stare in piedi e camminare, per i nostri cuccioli ci vorranno circa un anno prima che riescano a fare lo stesso. Fondamentalmente i nostri neonati non sono assolutamente in grado di vivere senza le cure costanti dei loro genitori.

Fin dai primi istanti il bambino ha un bisogno intenso di sentirsi contenuto tra braccia amorevoli e senza questo importante contatto il bambino può vivere un senso di abbandono e di dolore. Il bambino almeno fino a circa nove mesi (endogestione) non possiede la capacità cognitiva che Piaget definiva “la permanenza dell’oggetto” ossia la capacità di tenere in memoria una persona o una cosa, infatti se non c’é la madre o il padre accanto a lui a raccogliere i suoi pianti per lui o lei equivale al fatto che voi siete morti. Ecco a cosa assomiglia quel pianto disperato di quando non ti vede, non ti sente e non è in contatto con te, a un urlo ancestrale di vita o di morte.

Grazie al tuo amore e alle esperienze di contatto che farà con te, raggiungerà fiducia nel fatto che tu ci sei, che può contare su di te e si sentirà amato. Quando un bambino fin da piccolo riceve attenzione e cura da parte dei suoi genitori questo lo rassicurerà nella sua crescita e si sentirà pronto ad esplorare il mondo.

Quando siamo preoccupati per i comportamenti dei nostri figli chiedamoci se in questa giornata abbiano ricevuto sufficiente contatto fisico. Ogni essere umano ne ha bisogno con gradualità diverse. Quando si è piccoli è molto intenso e gradualmente introietterà dentro di sè questa tua risposta al suo bisogno, riuscendo a vivere il distacco sempre più con serenità, perchè fiducioso nel fatto che tornerai o che potrà chiamarti quando ne sentirà il bisogno. Questo tipo di relazione Bowlby la chiama “base sicura”.

Guardare alle relazioni in un ottica di base sicura vuol dire rendersi il più possibile affidabili all’altro. Questo lo si può fare quando come adulti ci prendiamo noi per primi ci prendiamo cura di noi stessi e dei nostri bisogni. Altrimenti il rischio è di pretendere che lo facciano gli altri per noi e a volte capita che ahimè lo pretendiamo dai nostri bambini. Es: “Stai fermo che mi dai fastidio” “E’ possibile non sei capace di farlo da solo!”

Un altro esempio è quando si pretende da un neonato che non poppi per tre o quattro ore e se lo fa, vuol dire che c’è qualcosa che non va. In realtà quando i  nostri figli sono neonati l’allattamento frequente anche ogni 20-30 minuti per due/tre ore consecutive, intervallate da due o tre ore in cui il bambino è tranquillo o dorme (poppate a grappolo) si ascrive alla fisiologia, perché lo stomaco di un neonato è piccolo quanto una noce e ha bisogno di riempirsi e di svuotarsi con frequenza. L’allattamento rappresenta per il bambino non solo nutrimento, ma anche contatto fisico, vicinanza, amore, calore e odore della mamma. Per il bambino l’amore e il nutrimento sono lo stesso gesto: quello di prendere il seno. Qualcuno ha definito il latte materno: amore liquido.

Successivamente i nostri figli ci chiederanno cose diverse  e con tempi meno incalzanti ma vorranno ad esempio che giochiate oppure che rimaniate con con loro mentre si addormentano e così via cercheranno la vostra vicinanza in tanti passaggi evolutivi. La vicinanza affettiva, il calore umano, l’ascolto e l’empatia non sono vizi o qualcosa di sbagliato, sono bisogni fondamentali che tutti noi condividiamo in tempi e modi diversi per tutta la vita, rappresentano dei bisogni sani e leggittimi. Se ci ritroviamo a sentirci appesantiti di fronte all’impegno affettivo che i nostri figli ci richiedono è tempo di fermarci per comprendere che non c’è niente che non va in nostro figlio, ma che forse stiamo vivendo un momento personale di stanchezza come adulti.

Sono irrispettosi di questa importante relazione i consigli che vengono dati ai genitori, riguardo all’allattare i propri  figli ad orari, a non prenderli in braccio o a lasciarli piangere, quando hanno bisogno invece della nostra vicinanza affettiva . Se qualcuno lo facesse a voi? Posso amarti quindici minuti, ogni tre ore? Cosa ne pensereste?

Purtroppo la nostra cultura spesso chiede ai genitori e ai loro bambini di separarsi molto prima che siano pronti a farlo o liquida come capricci molti comportamenti di ricerca di attenzione da parte dei bambini. Se invece ti trovi in difficoltà con l’allattamento non esitare a contattarmi ricevere sostegno e informazioni corrette sulla relazione di allattamento potrebbe fare la differenza.

Nella relazione con i bambini i gesti di accarezzare, abbracciare restare in ascolto dei propri figli piccoli o grandi è una grande ricchezza perchè così li vediamo crecere sani, sicuri nella propria autostima ed amati.

Giuditta Mastrototaro

Bibliografia:

Giuditta Mastrototaro, Nascere e crescere alla luce dell’educazione empatica,  Streetlib 2015.

Jean Liedloff, Il concetto del continum, Meridiana 2000.

Jean Piaget e Barbel Inhelder, La psicologia del bambino,  Einaudi 1970.

John Bowlby, Una base sicura, Cortina Editore, 1989.