La Pedagogista risponde ai genitori di un bambino che vuole dormire nel lettone

Siamo due genitori di un bellissimo bambino di tre anni e mezzo che ancora vorrebbe dormire con noi nel lettone. Premetto che da quando aveva sei mesi, dormiva da solo nel suo lettino. Invece ora stanno aumentando le richieste di averci accanto a lui, insomma invece di andare a avanti ci sembra di essere tornati indietro in termini di autonomia. Il bambino frequenta la scuola dell’infanzia. Abbiamo provato anche a farlo dormire meno il pomeriggio. In questi mesi siamo riusciti a spostarlo nel suo letto, ma le routine per farlo addormentare durano anche più di un’ora e molto spesso devo mettermi a dormire con lui nel suo letto.

Giulia e Giovanni

Carissimi Giulia e Giovanni,

Può sembrare una storia infinita per i genitori riuscire a mettere a letto i propri figli per godersi un pò di pace e stare un pò insieme. Le richieste di vostro figlio possono stimolare in voi un senso di stanchezza e magari irritazione al pensiero che è ora che impari ad addormentarsi da solo.

Allo stesso tempo mi sembra di capire dalla descrizione che mi avete fatto che il bambino cerchi di collaborare con le vostre richieste. Infatti, accondiscende all’idea di addormentarsi nel suo letto, però non sembra ancora pronto ad addormentarsi da solo, sente ancora il bisogno della presenza di almeno uno dei suoi genitori.

L’impressione che ho avuto leggendovi e che non è che non voglia dormire da solo e che ancora non riesce. Questo accade perché spesso le richieste di autonomia che facciamo ai nostri figli sono di natura culturale e non rispondono invece alla maturità biologica.

In realtà i bambini anche dopo i tre anni i bambini hanno ancora bisogno di qualcuno che li accompagni al sonno. Ci sono moltissimi genitori che possono comprendere bene la vostra fatica, perché la stanno vivendo anche loro. Inoltre, lo sviluppo dei bambini non procede linearmente ma spesso in maniera ciclica, ossia prima di una nuova conquista vi è una regressione che poi porterà a un balzo in avanti.

L’acquisizione di ogni autonomia che può essere nell’area dell’alimentazione, il controllo degli sfinteri, il linguaggio, il movimento, il rapporto con gli altri ecc.. è un processo diverso da bambino a bambino.

Non occorre spingere i bambini verso l’autonomia, è spesso controprducente e procura ansia e insicurezza. Possiamo invece cogliere i segnali di quando un bambino è pronto a raggiungere una tappa evolutiva e semplicemente non ostacolarla ma a facilitarla, come dice il motto Montessoriano: “Aiutami a fare da solo”.

Possiamo facilitare i nostri figli al raggiungimento delle loro autonomie comprendendone lo stato emotivo e tutti gli sforzi che stanno mettendo in campo, per voler fare da sé. Essendo fiduciosi che con i loro tempi, attraverso prove ed errori riusciranno a raggiungere la loro autonomia, perché nessun bambino desidera essere dipendente e insicuro.

Probabilmente il vostro bambino ha ancora bisogno di accumulare esperienze di cura, prima di  procedere verso l’autonomia.

Nella mia esperienza di mamma e Pedagogista ho visto che cercare di ostacolare i naturali ritmi di sonno/veglia dei bambini non aiuta. Ad esempio non assecondando il bisogno di voler dormire al pomeriggio potrebbe portare il bambino ad essere ancora più irritato e bisognoso di cure.

L’essere accompagnati a dormire dai propri genitori vuol dire offrire un punto di riferimento al proprio bambino, costituito da un contesto prevedibile e sequenziale che gli da sicurezza.

Si stabilisce una certa ora in cui si prevede che inizi la preparazione per dormire: mettendosi il pigiama, lavandosi i denti, raccontando una storia oppure concedendogli di giocare in modo tranquillo ancora un pò prima di andare a letto. Si creerà un clima rilassante in cui: le luci siano soffuse, si parla a bassa voce e si fanno pochi rumori.

Il momento della nanna potrebbe essere anche l’occasione per aiutarlo a rielaborare la sua giornata, per raccontargli cosa accadrà il giorno dopo. Tutto questo lo aiuterà a sentire più controllo sulla sua vita e sulle sue emozioni. Possiamo anche rassicurarlo riguardo ai risvegli notturni: “Se ti svegli, guarda qui c’è la lucina, puoi chiamarmi” e magari scegliere insieme a lui i vestiti che indosserà domani.

Certo non c’è un unico modo per accompagnare i bambini al sonno, alcuni genitori non trovano alcun problema ad accogliere i propri figli nel proprio lettone quando si svegliano, mentre per altri non è così e preferiscono andare loro dal bambino per rassicurarlo.

La cosa importante è sapere che non c’è un modo giusto ed uno sbagliato e che le tappe evolutive dei bambini a volte non procedono come ci aspettiamo.

Avere cura dei sentimenti che ognuno di voi ha in questi frangenti, è il regalo più grande che potete fare a vostro figlio e a voi stessi.

Giuditta Mastrototaro