L’empatia è intelligente perchè ci da un super potere: quello di saper leggere noi stessi e gli altri.
Ogni bambino ha bisogno di questa fondamentale competenza perché ha bisogno di relazionarsi efficacemente con l’ambiente che lo circonda e ha bisogno di trovare una modalità personale di giocare, cooperare, collaborare e progettare che lo faccia sentire bene. Daniel Siegel professore di psicologia afferma: “L’empatia non è un lusso per gli esseri umani, è una necessità. Non sopravviviamo perché abbiamo degli artigli perché abbiamo grosse zanne. Sopravviviamo perché siamo in grado di comunicare e di collaborare”.
Se desideriamo che i nostri figli crescano con empatia è importante che noi genitori impariamo a conoscere meglio il mondo delle emozioni.
Come si esprime l’emozione?
L’emozione si esprime inizialmente attraverso segnali corporei: brividi, mani che si chiudono a pugno, gambe che sentiamo fragili, una sensazione allo stomaco, la mascella che diventa rigida ecc e poi con reazioni corporee come: correre, saltare, abbracciare, urlare, piangere, spingere, lanciare, sbattere, picchiare, ecc.
Cos’è invece il sentimento?
Si dice che l’emozione è cieca: “Non ci vedo più dalla rabbia” perché non passa dalla consapevolezza mentre il sentimento è un’emozione rielaborata e quindi più consapevole.
Il primo passo da fare quando siamo in preda all’emozione è fermarci, dare un significato a quello che sentiamo: Che cosa l’ha stimolata in me? E’ collegata alla mia storia? In quale modo? Ha un nome?
Ognuno fin da piccolo sviluppa un temperamento verso il quale è proteso. L’ambiente ha una grande responsabilità nel favorire o ostacolare certe naturali inclinazioni. Se un bambino è esposto a un ambiente in cui percepisce spesso preoccupazione, tristezza o nervosismo è molto più facile che ne assorbirà una buona parte dentro di sé. E’ come indossare degli occhiali con i quali guardiamo il mondo, senza renderci conto di avere gli occhiali.
Per questa ragione parlare di emozioni e sentimenti con i bambini è molto importante, è utile ad esempio leggere insieme a loro le espressioni del viso. Questo gioco lo si può fare fin da quando sono piccoli attraverso libretti, riviste o anche giochi multimediali. Quando sono più grandicelli a scuola o in un piccolo gruppo, potrebbe essere utile creare delle situazioni di problem solving come ad esempio chiedere: “Se c’è un bambino che è preso in giro dai compagni. Che cosa si può fare?” Ognuno prova a pensarci prima individualmente e poi ci si può confrontare tutti insieme facilitati da un adulto.
Emapatizzare con i propri sentimenti e quelli dell’altro, conoscere più possibilità di scelta di comportamento, invece che reagire sempre allo stesso modo, apre un mondo di possibilità inesplorate. I bambini hanno un gran bisogno di imparare a gestire ambiti sociali perché si ritrovano spesso alle prese con queste problematiche.
Le emozioni sono degli importanti segnali che ci parlano di noi e di come ci sentiamo di fronte a certe situazioni. La rielaborazione di esse ci porta a farci delle domande: “Mi sento felice, in pace o irritata, in agitazione? Di cosa ho bisogno per sentirmi meglio?” Porci queste domande ci aiuta a rielaborare le emozioni che ci chiedono di essere ascoltate e di prendercene cura.
Che cosa succede se non ci prendiamo cura delle emozioni?
Viviamo sulle montagne russe e questo è destabilizzante per i bambini ma anche per i grandi. Nessun bambino vuole sentirsi travolto dalle emozioni, ma ciò accade perché non è ancora in grado di gestirle. Noi adulti siamo chiamati a stare con le emozioni dei nostri figli perché un bambino possa dargli un senso, senza sentirsi solo con la sua frustrazione. Se non prendiamo sul serio le emozioni, inevitabilmente arriveranno i messaggi corporei. I più usali nei bambini sono espressi con: “Mamma ho mal di pancia” ma anche agitazione, irrequietezza o esplosioni di rabbia. Così spesso i genitori si ritrovano a dire: “Non sta un minuto fermo!” oppure: “Fa mille capricci”.
Le relazioni sono biunivoche, quando i nostri figli stanno facendo fatica a gestire le loro emozioni, è possibile che anche noi adulti siamo in difficoltà con esse. Quando le reazioni dei nostri figli ci irritano tanto da suscitare una reazione a nostra volta, abbiamo bisogno di ascoltarci: forse quello che stiamo vivendo, è collegato in qualche modo al nostro passato? Oppure il bambino si comporta in disaccordo con le nostre convinzioni?
Se presi dalla rabbia, ci ritroviamo a minacciare, a punire o a urlare è tempo di essere consapevoli dell’importanza di rinunciare a relazioni fondate sulla paura ma a scegliere una relazione basata sul rispetto reciproco e l’empatia.
Ecco allora che possiamo passare da: “Te lo insegno io!” a “Tu come la vedi?”. In questo modo i genitori hanno la possibilità di mantenere la connessione con i loro figli e arricchirsi del loro punto di vista. Ciò non vuol dire essere sempre d’accordo con i bambini ma significa istaurare un dialogo costruttivo ed educare alla problematizzazione, alla riflessione che favorisce un pensiero divergente invece di considerarli come teste vuote da colonizzare.
L’empatia si può coltivare in ognuno di noi, è qualcosa che può rendere le relazioni più belle.
Giuditta Mastrototaro
Articolo uscito sul blog Il Bambino Naturale (Leone Verde)
Bibliografia:
Bowlby John. Una base sicura. Cortina. Milano 1989.
Gordon Thomas. Genitori efficaci. Educare figli responsabili. La meridiana. Molfetta (BA) 1997 .
Goleman Daniel. Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici. BUR. Milano 1997.
Mastrototaro Giuditta. Nascere e crescere alla luce dell’educazione empatica. Streetlib. Milano 2015.
Sigel J. Daniel e Tina Payne Bryson: 12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Raffaello Cortina Editore 2012.
Ho apprezzato molto
questo articolo come del resto anche gli altri letti e condivido la necessità di non poter fare a meno dell’empatia nei rapporti umani, fondamentale ingrediente 😊. Irene
Grazie Irene per il tuo commento mi fa tanto piacere che si crei una comunità di persone come te che condividano e sostengano l’empatia e altri importanti valori come la pace, la consapevolezza, la vulnerabilità, l’amore ecc…