I genitori sono la risposta

Quando un’idea alberga nella nostra mente, guardiamo il mondo con questa convinzione, così ci troveremo a vedere proprio ciò che stavamo cercando. I professionisti: insegnanti, psicologi, medici, terapisti e specialisti non sono certo immuni dalle loro convinzioni, per cui se stanno cercando “la colpa” per il comportamento dei bambini o dei ragazzi possono trovarla dove si aspettano che sia, ossia nei genitori.

In realtà, i genitori non sono il problema, sono la risposta. Nessuno può accogliere, ascoltare ed empatizzare con il proprio figlio meglio di un genitore. Nella mia esperienza rendere consapevoli i genitori delle dinamiche relazionali, sblocca situazioni difficili e restituisce fiducia nelle loro competenze.

Infatti, per quanto un professionista sia abile e capace, non potrà mai essere il genitore di quel bambino o di quel ragazzo e ciò che più desidera un figlio è essere amato, accettato e stimato dai suoi genitori.

Purtroppo queste semplici consapevolezze spesso sono ignorate e non è dato sufficiente ascolto a quello che i genitori pensano o dicono dei loro figli. I genitori conoscono i loro figli perché li osservano da quando sono nati, perché sentono nel loro cuore le vulnerabilità dei loro bambini, perché conoscono la loro storia, sanno cosa è successo il giorno prima e quindi comprendono il senso del comportamento del giorno dopo.

Il mito più triste riguardo ai genitori è che sono troppo coinvolti nei riguardi dei loro figli e quindi non sono obiettivi. Bisogna invece chiedersi: “che cosa accadrebbe se non fossero coinvolti nella relazione con i loro figli? Nessun bambino cresce emotivamente sano, se non ha un adulto che si prende cura di lui con amore.

Inizia fin dalla nascita questo misconoscere le competenze delle madri e la naturale propensione a stare in contatto con i loro figli. Infatti, il desiderio naturale di una madre quando ha partorito un bambino è stare con lui/lei. Invece spesso alle madri viene detto: “Signora ha bisogno di riposare, lo lasci nella nursery o nella culla” oppure “Il bambino piange perché ha fame. E’ sicura di avere abbastanza latte”. Insomma sono innumerevoli gli atteggiamenti e le parole che inducono una madre a pensare di non essere “abbastanza” lucida o riposata o capace.

Ciò che invece desidera un genitore nel suo cuore è stare con il proprio bambino appena nato in contatto pelle a pelle, sentire il suo profumo, allattarlo o stare a guardarlo anche mentre dorme. Ogni genitore vuole essere sicuro che il bambino sia sano per questo si scopre a fare l’inventario del suo corpo: “una bocca, un naso, due occhi, dieci dita” ecc..

I genitori sono le prime persone a cui sta a cuore il benessere del proprio figlio. Molti studi evidenziano che spesso è proprio la madre la prima persona che si accorge se c’è qualcosa che non va e non è inusuale che debba insistere per farsi ascoltare.

Anche quando a un bambino viene fatta una qualche diagnosi, spesso i genitori sono i più realisti perché non credono fino in fondo ai limiti evidenziati, ma scommettono invece sulle potenzialità dei loro figli.

Nel mio lavoro di Pedagogista ho incontrato moltissimi genitori preoccupati per le difficoltà incontrate dai loro figli riguardanti aspetti evolutivi, educativi o scolastici. La prima cosa che chiedo è  di parlarmi di loro, al di là delle diagnosi che hanno ricevuto. Solo in quel momento viene alla luce chi è quel bambino, quali sono i suoi sentimenti, i suoi bisogni e le sue unicità. Infatti, i genitori a cui è restituita la fiducia in loro stessi e nelle loro competenze conoscono e comprendono il loro figlio meglio di chiunque altro. E’ partendo dai suoi genitori che si può fare veramente la differenza per quel bambino o quel ragazzo, perché i genitori sono la risposta e non il problema.

Giuditta Mastrototaro.

Questo articolo è uscito su Laif (L’Associazione d’Istruzione Famigliare)