Il pensiero magico

“Mamma lo spigolo del mobile mi ha dato un calcio” Ecco questo è il pensiero magico di un bambino di quattro anni che vede tutto quello che accade nella realtà come riferito a sé (egocentrismo infantile).

Il pensiero magico accompagna i bambini dai due a circa sette anni di vita. I bambini pensano che oltre alle persone anche gli oggetti inanimati abbiano pensieri, sentimenti e mettono in atto azioni volontarie, per questa ragione il pensiero magico si chiama anche animismo.

Infatti, ai bambini piacciono le fiabe perché in questi racconti molti oggetti parlano, si muovono e hanno delle intenzioni proprie. E’ il vento che vuole soffiare sulle nuvole. E’ il sole che vuole scaldarci. Tutto si colora di volontà e di anima.

L’utilizzo del pensiero magico serve al bambino per spiegare gli eventi che vede o che gli succedono.

Sono molteplici le funzioni del pensiero magico:

Serve a comprendere la realtà che altrimenti sarebbe incomprensibile e paurosa. Ad esempio i bambini vanno spesso a dormire con un oggetto come un dinosauro che lo difenderà dai mostri cattivi.

E’ utile per tranquillizzare il bambino e aiutarlo a controllare gli eventi. Ad esempio sentirsi raccontare la stessa favola lo aiuta a sapere cosa aspettarsi oppure guarire un livido con un bacino lo aiuta a sentirsi più sicuro.

E’ un primo elementare modo di costruire una mappa mentale dell’ambiente che lo circonda. Questo gli permetterà in futuro di muoversi con più sicurezza.   Ad esempio spesso i bambini quando attraversano la strada sulle strisce pedonali cercano di saltare solo sulle linee bianche.

E’ la bugia più fantasiosa che il bambino inventa per sottrarsi ai comandi o ai rimproveri degli adulti. “Emma ti sei fatta la pipì nei pantaloni?” “No papà è solo sudore”.

In sostanza il pensiero magico è l’espediente con il quale il bambino cerca di affrontare il mondo che gli appare troppo grande o troppo difficile da comprendere e da gestire.

Per i bambini e i ragazzi con disabilità intellettiva media/grave (età mentale introno ai 7 anni) il pensiero magico rappresenta il ponte attraverso il quale possono attraversare le loro paure.

Un mio studente con disabilità intellettiva, grazie al pensiero magico, riusciva ad affrontare alcune situazioni reali che lo mettevano in ansia dicendo: “mia nonna dal cielo mi guarda e mi aiuta. Vero Giuditta?”.

Il pensiero magico della “nonna“ può diventare così uno strumento educativo per ricordargli che esiste una risorsa di coraggio alla quale può attingere, per affrontare un mondo che ai suoi occhi può sembrare troppo spaventoso.

Come comportarsi?

Non sgridarlo e soprattutto non punirlo. Anche nel qual caso abbia inventato una bugia, ricordiamoci che sta mettendo in atto il pensiero magico che al momento è il suo modo di interpretare e gestire la realtà.

E’ importante che i genitori empatizzino con il bambino e riescano a vedere il mondo con i suoi occhi.

Occorre che i genitori e gli educatori imparino a giocare sul piano immaginativo perché attraverso il pensiero magico si partecipa attivamente alla costruzione della realtà ed è un esercizio importante per stimolare la creatività.

“Voglio i biscotti, voglio i biscotti voglio i biscotti!” Grida arrabbiato Andrea di fronte alla scatola vuota dei biscotti. E’ l’inizio del pianto inconsolabile di prima mattina. Ecco come possiamo entrare in empatia con il bambino e il suo pensiero magico: ”I biscotti sono finiti e sei arrabbiato e dispiaciuto. Vuoi che andiamo a prendere una scatola gigante di biscotti? Così tanto grande da non riuscire ad entrare dalla porta? Fammi vedere quanto grande”

Attraverso il dialogo e la relazione, il pensiero magico del bambino incontra il pensiero logico dell’adulto, questo gli offrirà un’altra chiave di lettura alla realtà. “Se vuoi i biscotti, allora mettiti le scarpe che passiamo dal panettiere a comprarli prima di arrivare a scuola”.

Nel tempo il bambino si renderà conto che il pensiero magico non riesce a rispondere alle funzioni di adattamento alla realtà e gradualmente evolverà verso il pensiero logico.

Il pensiero magico resterà comunque parte integrante di ognuno di noi. Infatti, quanti di noi adulti fanno gesti scaramantici? Quanto è ancora importante attingere al pensiero magico e alla fantasia per vivere i nostri sogni?

Giuditta Mastrototaro