Separarsi dal proprio bambino

In questi giorni molti genitori sono alle prese con l’inserimento all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia. Alcune mamme hanno la necessità di separarsi dal proprio bambino per ritornare al lavoro. Altre invece sono convinte che portare il bambino al nido li renderà più autonomi.

La nostra cultura ci porta a avvalorare in false credenze. Ad esempio: credere che sia necessario che i genitori debbano separarsi dai propri figli fin da piccoli, altrimenti non sono in grado di farlo da soli. Credere che  se non smetti di tenerlo in braccio o allattarlo o se non frequenta l’asilo nido non sarà mai utonomo. Questo deriva dall’opinione diffusa che separare il bambino dalla mamma creai maturità. In realtà è proprio il contrario sono i legami affettivi che fanno crescere e maturare i bambini. Spingere invece i piccoli a seguire i nostri ritmi non gli insegna certo a essere indipendenti, ma al contrario a ricercare tutti i modi possibili per ripristinare il contatto e l’attenzione da parte dell’adulto.

Se ci facciamo persuadere dall’idea, che è l’adulto che sa e che insegna al bambino a raggiungere le sue tappe evolutive, questo sì, che crea dipendenza. Stiamo chiedendo al bambino di non seguire più il suo orologio interno, il suo mondo interiore, ma con le migliori intenzioni vorremmo vederlo già grande, rischiando di perdere di vista la sua reali tappe di crescieta  cognitive ed emotive.

Ecco alcune domande che possiamo invece farci per aiutare il nostro bambino ad affrontare questo importante compito evolutivo:

E’ il momento giusto?

Ci sono alcuni momenti delicati nella vita di un bambino, nei quali fare più esperienze di distacco tutte insieme non aiuta. Ad esempio potrebbe non essere il momento giusto quello di decidere di interrompere l’allattamento quando lo si sta inserendo al nido. Pensate cosa vuol dire per il bambino affrontare il distacco per alcune ore dalla mamma e quando la rivede non poter ripristinare quella relazione di sicurezza e amore che gli ha sempre donato la relazione di allattamento. Purtroppo spesso viene consigliato alle madri di svezzare il bambino pensando che interferisca con l’inserimento. In realtà ogni figura educativa è diversa e come il papà o la nonna si sono conquistati l’affetto del bambino senza l’uso dell’allattamento, anche le educatrici del nido sapranno fare lo stesso, senza andare a interferire con la relazione di allattamento che il bambino ha con la madre e nel suo rapporto unico e speciale che ha con lei.

Sarà pronto?

Ogni bambino è diverso da un altro e alcuni mostrano più difficoltà di altri a inserirsi al nido ma alcuni anche alla scuola dell’infanzia. Se crediamo che il nostro bambino non sia pronto, vorrei che ogni mamma sapesse che non sono tappe obbligatorie. Questa fretta per rendere un bambino indipendente e che impari a separarsi dai suoi genitori, rischia di disperdere la fiducia del bambino nelle proprie competenze. La natura ci insegna invece che c’è un tempo per ogni cosa e se rispettiamo il tempo di ogni creatura, questa naturalmente nascerà, crescerà e si svilupperà secondo i propri ritmi interni e non secondo le leggi dettate dall’esterno. Questo imparare ad ascoltarsi, sarà il bagaglio più prezioso che potremo donare ai nostri figli. Sarà un mattoncino fondamentale per costruire la fiducia in se stesso e nel proprio sentire. Riuscire a discernere i suoi sentimenti e i suoi bisogni da quelli degli altri gli sarà utile per tutta la vita. Un bambino che sviluppa le sue autonomie è un bambino che ha potuto separarsi dalle sue figure di attaccamento quando era pronto a farlo, raggiungendo le sue tappe evolutive, seguendo i suoi meccanismi interni in base al suo sviluppo psichico e fisico.

Hai vagliato più alternative?

Nel qual caso il bambino non sia pronto al distacco prendiamo in considerazione spazi mamme e bambini come quelli che molti comuni offrono chiamati Coccole e giochi o Tempo per le famiglie. Questi centri propongono esperienze educative con i bambini e i loro genitori accompagnati da educatrici professionali. Un’altra alternativa può essere quello di privilegiare rapporti uno a uno, di cui il bambino può ancora avere bisogno, affidandolo per qualche ora, quando la mamma non può, a una nonna, una zia o anche una baby-sitter empatica.

E se il nido è la scelta giusta. Ecco alcuni suggerimenti:

  • Accompagna il tuo bambino consapevole che lui sta facendo tutto questo inizialmente perchè glielo chiedi tu (lui preferirebbe di gran lunga stare con la sua mamma!), questo pensiero ti aiuterà a mostrare accoglienza quando conserverà per te tutti i suoi no o la sua rabbia mentre al nido ti diranno che è stato bravissimo.
  • Nel momento del distacco salutalo con un sorriso e rassicuralo che lo andrai a prendere. Cerca di non voltarti piangente o guardandolo con preoccupazione.
  • Se proprio ti senti male, forse non sei pronta a questa separazione, è possibile che la separazione risvegli in te alcune situazioni dolorose magari vissute nel tuo passato. In questo caso lascia che se ne occupi qualcun altro dell’inserimento, i papà sono un valido aiuto. Tu potresti occuparti solo di andarlo a prendere felice di riabbracciarlo.
  • Fai un inserimento il più possibile graduale, non è detto che tutti i bambini possano inserirsi in quindici giorni, alcuni hanno bisogno di qualche mese.
  • Lascia che tuo figlio porti al nido o alla scuola dell’infanzia un oggetto a cui è affezionato, oppure un tuo indumento  perchè lo rassicura.
  • Sii felice che tuo figlio abbia istituito un rapporto di fiducia con una o due educatrici, questo ti darà la sicurezza che il vostro inserimento sta andato proprio bene.
  • Una volta che hai scelto una routine con dei punti fermi riguardo a quando lo porti e quando lo vai a prendere, cerca di non cambiare troppo spesso questi orari. Quanto più i bambini sono piccoli, tanto più le routine li aiutano a orientarsi sulla cognizione del tempo e li rassicurano.
  • Fai tutto il tuo possibile per non lasciare il tuo bambino nella prima e seconda infanzia per troppe ore senza di te.

Un bambino sereno è la prova che stai facendo un buon lavoro.

Buon Inizio

Giuditta Mastrototaro