Vogliamo davvero passare la nostra vita a reagire oppure preferiamo agire consapevolemente?

Quando tuo figlio ti dice “ti odio” – “sei brutta” – “Sei cattiva” – “voglio un’altra mamma”  non reagiamo ma impariamo ad agire consapevolmente. Quelle parole sono il suo modo maldestro di comunicare un suo disagio, un suo modo infantile di dirti che in quel momento è successo qualcosa che lo addolora, non gli è piaciuto, non ha capito.

La cosa più facile che possa succedere è che anche tu reagisca a tua volta.

I bambini piccoli faticano a mettere in ordine le proprie emozioni e ancora di più a dar loro un nome e un senso. A volte succede anche a noi adulti.

Puoi provare ad agire consapevolemente. Comprendi la sua difficoltà di essere piccolo in un mondo troppo grande.

Proponiti come esempio perché il bambino possa comprendere come sia possibile comunicare qualcosa di spiacevole senza aggressività.

Invece di dire:“Non si dicono queste cose, sei tu brutta!” oppure “Non è vero che mi odi, mi vuoi bene!”. Puoi empatizzare con lei  e dire: “Sei proprio arrabbiata in questo momento, vorresti invece che stare in casa, uscire?” oppure empatizzare con te stessa e a dire “Non mi piace quello che ho appena sentito, dimmelo in un altro modo, così capisco meglio e posso aiutarti”.

Dai spazio al dialogo, alle parole, ai sentimenti e ai bisogni.

La relazione viene prima di tutto!

Giuditta Mastrototaro