Calmare la tempesta dei nostri pensieri

Avete presente quando siamo in un luogo affollato e per qualche secondo, non troviamo più nostro figlio? E una tempesta di pensieri ed emozioni si scatenano nella nostra testa?

A un certo punto sembrerà di girare intorno senza alcun controllo, sentiamo le mani sudate, il battito del cuore accelerato, una forte spinta a correre oppure a rimanere immobili senza riuscire a fare nulla.

In realtà la frenesia è iniziata prima di perdere di vista nostro figlio. E’ probabile che cercassimo di fare molte cose contemporaneamente. Forse stavamo ricordando la lista della spesa, controllando i prezzi o a cosa avremmo potuto fare più tardi.

L’agitazione costante dei pensieri può portare a sentirci esausti e adrenalinici ma in ogni modo lontani dalla calma interiore.

Quando prendiamo decisioni in questo stato spesso, non sono buone decisioni. La tempesta che sta arrivando nelle nostre teste si nutre di insicurezza, senso di colpa, vergogna e senso di controllo.

La cosa più triste è che molte volte neanche ci accorgiamo di essere in questo stato e diciamo a noi stessi che siamo sempre stati così o che siamo così orgogliosi di tenere in piedi tanti piattini come un giocoliere.

Così i nostri pensieri si fanno sempre più vorticosi e superficiali, pensiamo a troppe cose senza riflettere veramente su niente. Finiamo per fare i salti mortali per stare al passo con tutto.

Stiamo facendo male a noi stessi, allontanandoci dalla nostra pace interiore e non siamo connessi neanche con le persone intorno a noi.

Tutte le volte che diciamo a noi stessi che non abbiamo tempo è una scusa per non occuparci di come stiamo e come stanno le persone intorno a noi. Ogni tanto fermarsi a chiedersi se si è felici e se la nostra famiglia è felice, può fare la differenza nelle nostre scelte quotidiane.

Succede di sentirsi sotto la tempesta di pensieri ed emozioni perché sviamo l’attenzione dal nostro ben-essere.

La vita diventa sempre più complicata perché non ci prendiamo sul serio, non prendiamo sul serio la responsabilità che abbiamo nei riguardi di noi stessi, prima che di tutti gli altri. Anzi a volte scarichiamo la nostra responsabilità pensando che la tempesta dei pensieri ed emozioni sia colpa di qualcun o qualcosa d’altro.

Accampiamo un sacco di scuse a noi stesse: “è il mio partner che mi fa perdere la pazienza”, “è mio figlio che mi fa arrabbiare”, “non ho tempo per prendermi cura di me” e nel contempo, ci prendiamo più impegni di quelli che riusciamo a svolgere e ci lamentiamo con tutti quelli intorno a noi.

Il risultato è che continuiamo a saltellare da un problema all’altro, ripetendo le stesse cose, ottenendo gli stessi risultati e rimanendo intrappolati in questo circolo vizioso che ci siamo costruiti.

Tornando a nostro figlio, tutto questo panico è durato solo pochi istanti perché improvvisamente ci siamo fermati e abbiamo visto che lui o lei era distante poco più in là dai nostri occhi.

Non riuscivamo a vedere perché tutta questa agitazione offuscava i nostri sensi.

Tutto questo ci insegna che quando ci sentiamo così, abbiamo bisogno di rallentare per trovare del tempo per fermarci, essere consapevoli riguardo a quello che stiamo facendo.

Occorre smettere di alimentare la tempesta di pensieri e fare le cose una per volta, più lentamente, con più consapevolezza. In questo modo i nostri pensieri diventano più nitidi e più lenti.

La mente è uno strumento meraviglioso che ci permette di fare tante cose ma la tempesta dei pensieri incontrollati può alimentare in noi schemi di pensieri ripetitivi che ci portano verso emozioni negative che non ci fanno stare bene.

Anche nei momenti più impegnativi della nostra vita, lasciamoci sempre uno spazio ogni giorno per stare con noi stessi.

Attraverso letture, meditazioni o una passeggiata nella natura cerchiamo di rallentare e ascoltiamo i nostri pensieri da un’altra prospettiva, come se li stessimo udendo per la prima volta, senza identificarci con essi. Il solo osservarli fluire senza alimentarli ci farà scoprire che possiamo lasciarli andare e questo ci darà più leggerezza.

La pace arriverà quando impareremo a non farci gestire dalla mente ma a educarla dirigendo i nostri pensieri dove veramente vogliamo che vadano ossia verso la pace interiore e l’empatia.

Giuditta Mastrototaro