Come stai?

Come stai è la prima domanda che chiediamo quando incontriamo qualcuno, come stai è anche la prima domanda che dovremmo porre a noi stessi.

Sopravvivo. Vivere nella sopravvivenza vuol dire che non si ha tempo di chiedersi come ci si sente davvero, ma che la nostra vita si svolge incessantemente e noi le corriamo dietro.

Bene o Male. Quando si vive nella modalità bene o male, vivi come su un altalena, ti senti felice se qualcuno tesse le tue lodi, ti senti triste quando qualcuno ti critica.

Ci sono altri modi di vivere che possono renderci la vita più bella e non sono certo quelli in cui si sopravvive o si è in balia di quello che ci dicono gli altri.

Vivere nella consapevolezza che c’è un posto nella tua anima che è in grado di generare la pace interiore al di là di quello che accade. Questo stato di pace si genera se riesci a distaccarti dai giudizi e  ti rende capace di aprirti alle situazioni che ti accadono con accoglienza e ascolto.

Viviamo tutti sensazioni di fallimenti, errori, sbagli, insoddisfazioni. Le cose che ci accadono non le possiamo prevedere, ma già il fatto che giudichiamo, quello che ci accade come un fallimento o un successo, un errore o una cosa giusta, ci dice che stiamo giudicando o che stiamo reagendo ad essa.

Abbiamo sempre la possibilità di scegliere come vivere la nostra vita, i problemi sorgono quando non siamo consapevoli di poterlo fare.

Puoi scegliere se stare in balia delle tue emozioni o provare a gestirle con empatia. Non ci aiuta negare le emozioni che proviamo e neanche costringerci ad affrontarle, quello che conta è essere empatici con noi stessi per superarle, per andare oltre, per raggiungere quello stato di distanza e di pace.

Molti studi confermano che quando una persona (grande o piccola) tende a negare la realtà può incorrere in disturbi psicosomatici. Se invece la si costringe ad affrontare la realtà quando non è ancora pronti a farl, questo può sensibilizzare le  fobie e i gli stati d’ansia.

L’empatia può farci scorgere invece un rapporto con noi stessi amorevole, che ascolta, ma non giudica, che sa sostare nella tempesta emotiva con consapevolezza e poi procedere con delicatezza e tatto.

Ogni cosa ha un senso più grande. Ad esempio se non ho vinto il concorso, non ho avuto la promozione, la persona che amavo si è allontanata, ho perso dei soldi, tutto c’è perché ci sta insegnando qualcosa.

Ogni cosa è bene perché ci porta verso una crescita interiore che senza quell’evento non potevamo realizzare.

La maggior parte delle cose che vediamo non sono davanti agli occhi ma dietro gli occhi.

Tutti noi abbiamo una scelta. Basta chiedersi: “Posso darmi la possibilità di vedere questa cosa in modo diverso?”.

In base a cosa decidiamo di vedere, così stabiliamo com’è il nostro mondo. Se cambiamo il nostro modo di pensare, cambiamo la nostra vita.

Sei pronto a stare bene con te stesso indipendentemente da ciò che accade? A esercitare l’empatia?

Giuditta Mastrototaro