La Pedagogista risponde ad una mamma che vuole trovare strategie diverse invece di urlare

Spesso i miei bambini riescono a farmi “perdere la pazienza”, e a volte mi ritrovo a urlare contro di loro. Pochi istanti dopo mi rendo conto che la mia reazione è stata esagerata, che forse avrei potuto rispondere diversamente. So che urlare non è mai una strategia comunicativa efficace, anzi fa male sia ai genitori sia ai bambini, ma in certi momenti non riesco proprio a trattenermi. Hai qualche strategia da suggerirmi per affrontare in modo diverso queste situazioni?”

Cara mamma,

Dalle tue parole sento che sei preoccupata per quelle volte che “perdi le staffe” e vorresti trovare qualche strategia per affrontare al meglio queste situazioni.

Purtroppo molte noi mamme usiamo la voce alta nel tentativo di farci ascoltare e sopratutto quando ci sentiamo arrabbiate, frustrate, sotto pressione, innervosite o semplicemente spazientite.

Sappiamo bene che non è la forma migliore per dire ciò che vorremmo e su questo ho letto che lo riconosci anche tu, nell’istante successivo in cui provi dispiacere per aver urlato.

Dentro ognuno di noi c’è la conoscenza di cosa è giusto per noi e per i nostri figli, però un conto è conoscere e un altro è riuscire a sussurrare invece di alzare la voce, proprio perché sussurrando è difficile esprimere rabbia.

Vorrei che provassi a riflettere sul fatto che non sono i tuoi bambini che ti fanno perdere la pazienza, ma semplicemente noi mamme possiamo essere stanche oppure facciamo fatica, perchè spesso abbiamo tempi incalzanti oppure non riusciamo a comprendere i comportamenti dei nostri bambini o forse pensiamo che non ci ascoltino abbastanza.

Se per un momento ci fermiamo a centrarci su noi stessi e prendiamo un respiro di consapevolezza riguardo ai nostri pensieri, che generano le nostre emozioni, questo farà una grande differenza.

Per me è utile tenere un diario, potrebbe essere lo spazio in cui annotare semplicemente i momenti in cui ti capita di arrabbiarti e di alzare la voce e poi in un momento più tranquillo potresti chiederti: Quale giudizio stavo dando di me stessa o di mio figlio o di mia figlia in quel momento che ho scatenato il mio urlo? Che cosa provavo? Di che cosa invece avevo bisogno? Riesci a provare empatia per te e per come ti sei sentita in quel momento?

Se ci accorgiamo che in certe situazioni è più facile che arrivi l’urlo o la rabbia o la frustrazione possiamo prevenirli.

Se urliamo al mattino perchè chiediamo di prepararsi e non lo fanno, forse dobbiamo organizzarci meglio la sera oppure avere più tempo al mattino o qualunque strategia ci sia d’aiuto per superare quei momenti critici.

Se urliamo al supermercato perché spaventate dal fatto che il bambino corre in tutte le corsie, forse il supermercato non è l’ambiente in cui ci sentiamo a nostro agio e quindi evitiamo di trovarci in situazioni che potrebbero far crescere la nostra ansia.

Se invece le urla arrivano quando siamo in casa perché non fanno ciò che gli chiediamo, forse occorrerà trovare un’alternativa all’urlo perchè può funzionare nel breve periodo, ma poi ci ritroveremo ad urlare sempre di più .

Possono esserci innumerevoli situazioni che se ci prendiamo un po’ di tempo per ragionarci (se vuoi puoi farlo in compagnia della tua Pedagogista), possono essere forse risolte o se non altro rese più consapevoli e quindi più facilmente gestibili.

Alzare la voce è l’espressione dei nostri bisogni frustrati, le urla ci parlano di noi e non dei nostri figli e quindi va data empatia prima a noi stesse. Gradualmente cambiando i nostri modi di reagire ai comportamenti dei nostri figli, noteremo che anche loro faranno cose diverse.

Se proviamo ad ascoltare con amore la nostra vulnerabilità, sarà più facile riuscire a farlo anche nei confronti dei nostri figli.

Se apriamo le porte del nostro cuore a noi stessi, sarà più naturale aprirle anche nei confronti dei nostri bambini e ragazzi.

Ti abbraccio caramente

Giuditta Mastrototaro