Se vuoi coltivare un nuovo giardino, lascia andare ciò che è stato

Se vogliamo coltivare in noi stessi un nuovo giardino pieno di tante positività partiamo da un piccolo scavo, dove piantare nuovi semi. Nella nostra vita ciclicamente arrivano tante cose che poi maturano e poi decadono e occorre lasciarle andare perché la terra torni fertile e rinnovata. Ogni volta che un fiore appassisce un altro rinasce e con lui una nuova visuale, una nuova energia, una nuova vita. Se non lasciamo andare ciò che è stato, non riusciremo a costruire un nuovo giardino, con germogli e fiori in crescita.

Nella nostra vita può essere capitato che alcune persone che forse erano quelle alle quali volevamo più bene ci hanno detto: “Lascia stare che non sei capace” “Non capisci proprio niente!” “Una brava bambina non si comporta così!” e hanno stimolato in noi sentimenti di tristezza, sconforto e bassa autostima. Questo è accaduto perchè abbiamo finito per credere a questi messaggi e ora albergano dentro di noi e si presentano ogni volta che desideriamo aprire la porta alla nostra crescita personale.

Quando ascoltiamo le cose che ci diciamo e prendiamo consapevolezza dei sentimenti che stimolano in noi, possiamo scegliere di costruire un nuovo giardino, dove decidiamo quali fiori vogliamo che crescano.

Se proviamo sentimenti che ci affaticano, vuol dire che ci stiamo allontanando dall’empatia per noi stessi, se proviamo sentimenti che ci fanno sentire serene vuol dire che siamo in empatia con noi stessi. Ogni volta che abbiamo pensieri come: “Non sono abbastanza brava”, “lascio perdere tanto non sono capace” oppure “Mi sono comportata male!” ci stiamo giudicando e questi pensieri ci fanno stare male.

Fermiamoci un momento a ricollegarci con il nostro potere interiore. Forse questo è proprio il momento in cui c’è bisogno di considerazione, apprezzamento e amore e la persona più efficace che può darci tutto questo siamo noi.

Spesso ci è stato insegnato che sono gli altri che ci devono dare quello di cui abbiamo bisogno. In realtà se colmiamo noi stessi di tutta la considerazione, l’apprezzamento e l’amore di cui siamo capaci, potremmo passare da coloro che vogliono prendere dagli altri a quelli che possono dare agli altri.

Imparando a parlarci con empatia, scopriremo che quando scegliamo di non affittare camere ai nostri pensieri negativi sarà più facile dare un valore circoscritto alle critiche che ci rivolgono gli altri e sarà più naturale non esprimerci con giudizi nei loro confronti.

Quest’atteggiamento empatico farà la differenza nel rapporto con noi stessi e con altri che vivono attorno a noi, perché vuol dire passare dal pretendere che gli altri ci diano qualche cosa a esserne noi i dispensatori.

Questo passaggio si realizza se riusciamo a guidare noi stessi verso un “attaccamento sicuro” direbbe Bowlby ossia se diventiamo capaci di avere fiducia incondizionata in noi stessi e anche quando ci troviamo davanti ai nostri limiti siamo capaci di accettarci esattamente per quello che siamo, senza giudicarci. Questa competenza che possiamo coltivare in noi  ci porta alla consapevolezza di essere pace, amore ed empatia..

 

Giuditta Mastrototaro