Come iniziare con empatia la relazione con tuo figlio fin dagli albori della nascita?

Nel tempo dell’attesa di un figlio, molte sono le domande che le madri si pongono. Una secondo me è molto importante: Come iniziare fin dalla nascita una relazione empatica con mio figlio?

Ecco alcuni punti che puoi tenere in considerazione per favorire un parto e una relazione basata sull’ascolto di te te stessa e del tuo bambino:

  1. Sii consapevole del potere che c’è in te. Quel potere che ti ha donato madre natura. Tu sei la terra dove il tuo germoglio è nato e sei quel luogo caldo e accogliente pieno di vita. Sei protesa naturalmente alla vita e sai partorire. Potrà accadere che tu possa sentirti scoraggiata, stanca e affaticata, ma la cosa più importante che puoi fare non è quella di resistere, ma quella di lasciarti andare. Lascia che le contrazioni ti attraversino, saranno delle ondate cicliche di dolore che se non le trattieni, poi scivoleranno via e ti sentirai bene. Sii flessibile e ancorata a te stessa come una canna da zucchero che si piega al passare del vento, ma capace di tornare in te. Non aspettarti che qualcun altro debba dirti cosa fare durante il parto, sii la protagonista del tuo parto, cammina, lamentati, urla se ti fa stare bene. Tutto il tuo corpo collaborerà con te se gli dai fiducia, se rispetti i tuoi tempi, se cerchi un posto in penombra con pochi stimoli visivi, uditivi, se puoi avere poche presenze intorno a te e silenziose. Se ascolti Il tuo bambino, ti aiuterà. Ti dirà quando spingere e ti indicherà la strada. Lasciarti andare, segui il tuo istinto e proteggiti da tutto ciò che può interferire con la natura e la naturalità di questo momento in cui darai alla luce la tua creatura. ( per approfondire: Michel Odent, Nascere nell’era della plastica, Terra Nuova 2012).
  2. Parti informata. Frequenta gruppi di mamme con cui condividere questa esperienza. Informati sull’allattamento fin dalla gravidanza per ricevere informazioni corrette e sostegno. Chiedi quali sono i protocolli riguardo al parto che praticano nell’ospedale o alla clinica alla quale ti vuoi rivolgere. Chiediti se ti sentiresti a tuo agio in quell’ambiente. Domanda se le procedure adottate sono in linea con le direttive OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità del 1985, base della legge italiana del 2006 sulla tutela dei diritti della partoriente). Informati se verrà data la possibilità a tuo figlio di lasciare che il cordone ombelicale diventi bianco prima di essere reciso, perché in quel cordone ombelicale ci sono milioni di cellule staminali preziosissime per la sua salute (Robin Lim, Il libro della placenta, Macro edizioni 2013). Chiedi che il bambino non sia lavato, asciugato e vestito perché la prima ora dopo il parto è fondamentale per creare il legame con il tuo bambino attraverso il contatto pelle a pelle.  Puoi scegliere di tenere tuo figlio a contatto con la tua pelle perché possiate passare la prima ora di veglia attiva tra le tue braccia e a contatto con il tuo corpo, con il tuo sguardo e con il tuo seno. Lascia che il bambino si attacchi al seno con i suoi tempi. Inizierà con il leccare il capezzolo e poi farà le prime prove di attacco. Lasciatevi il tempo per imparare. Inoltre, se fin da subito vuoi saperne di più sull’approccio pedagogico basato sull’empatia puoi leggere il mio libro: Nascere e crescere alla luce dell’educazione empatica.
  3. Ascolta tutti ma mantieniti in connessione con te stessa e con ciò che ti fa stare bene. Chiedi sempre che siano rispettati i tuoi diritti. E’ possibile che tu non ti senta proprio lucida nel prendere decisioni in qualche momento: “Signora vuole che le facciamo un’induzione così acceleriamo i tempi?””Signora è meglio che stia sdraita per partorire”. In quei frangenti potresti sentirti vulnerabile e sopraffatta da alcune richieste o paure e non riuscire a esprimere quanto invece desideri restare accovacciata durante il parto per agevolare il parto oppure che siano rispettati i tuoi tempi e quelli del tuo bambino. Puoi sempre scegliere di avere con te una persona al momento del parto di cui ti fidi e magari con cui hai concordato il piano del tuo parto che può sostenerti proprio in quei momento in cui hai bisogno di dire no grazie preferisco fare in altro modo.
  1. Tieni vicino il tuo bambino. Potresti scoprire che non ti sentirai bene se ascolti il consiglio: “Signora lo teniamo noi il suo bambino, lei deve riposare” oppure“Signora vogliamo dare a questo bambino un’aggiunta di latte artificiale?”. Possono esserci molti altri modi per aiutare un bambino che fa fatica a poppare che protegga la relazione di allattamento come possono esserci sensazioni non piacevoli ne per te e ne per la tua creatura nel sentirsi soli in un letto o in una culla separati da quel  legame che avete avuto per tutta la gravidanza.
  1. Chiedi supporto. Se dopo qualche giorno il seno ti fa male, hai delle ragadi o il tuo bambino piange perché desidera essere poppato spesso e tu sei preoccupata per questo non lasciare che passi troppo tempo nel non sapere cosa fare o nel sentirti obbligata a fare delle scelte che non vuoi fare, premurati di contattare una figura che abbia una specifica esperienza e professionalità in allattamento.
  1. Ricorda puoi sempre ristabilire la connessione con tuo figlio. La nascita della vostra relazione è un momento importante, ma qualunque cosa succeda, sappi che il legame genitore bambino è per sempre e che tu e tuo figlio siete dalla stessa parte. Se lo desideri, puoi superare ogni difficoltà riponendo fiducia nella vostra relazione. Questo tuo figlio è venuto al mondo per insegnarti l’umiltà di imparare ad ascoltare e sarà capace di insegnarti a gioire insieme con lui per ogni traguardo raggiunto.

Buon Inizio.

 

Giuditta Mastrototaro